Grazie alla collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento (grazie alle Soprintendenti M.L. Nava, A. Campanelli e ai funzionari dott. V. Sampaolo, I. Gennarelli e A. Salerno, C. Passaro), fin dal 2007 il progetto comprende anche lo studio di alcuni contesti ceramici della Campania settentrionale.
La rilevanza storica e archeologica dell’area ha reso necessaria un’indagine approfondita, compiuta con metodi archeologici e archeometrici; è stata effettuata anche una serie di prospezioni nella zona di Cales per l’individuazione di eventuali aree produttive, in collaborazione con il prof. M. Di Filippo.
Le aree in cui si sono effettuate le ricerche sono Cales, Capua e Teano.
L’artigianato ceramico in questi tre centri della Campania settentrionale appare avere molti aspetti comuni tra fine IV e inizi III sec. a.C., lasciando supporre l’esistenza di una sorta di koiné produttiva, condizionata dall’utilizzo di materie prime simili ma forse anche da una realtà sociale e amministrativa condivisa.
Proprio per far fronte alla difficoltà di distinzione delle ceramiche di questi tre importanti centri, alcuni materiali provenienti da alcune località del territorio (Cales Pezzasecca e Ponte delle Monache, in particolare) sono stati sottoposti ad analisi nell’ambito del progetto: i dati ottenuti hanno permesso di separare queste produzioni da quelle di altre zone della Campania (come il Golfo di Napoli) e hanno, inoltre, suggerito una possibile distinzione delle ceramiche di Cales da quelle di Capua.
Altre aree di indagine sono Piscinola - Sessa Aurunca, Mondragone, Rocca d’Evandro e Giano Vetusto.
Per ulteriori notizie in merito ai tre centri indagati, si rimanda ai relativi approfondimenti.
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