Già Nino Lamboglia evidenziava l’importanza di Capua tra gli antichi centri produttori di ceramica, identificandola come possibile area di produzione di quella a vernice nera definita “proto campana”.

La città è stata oggetto nel tempo di numerosi studi, specialmente sulle terrecotte, che testimoniano l’importanza e la fama che il sito ha rivestito fin dall’epoca arcaica.

La produzione ceramica di Capua di età ellenistica è invece poco conosciuta, a parte il recente studio della necropoli di San Prisco a cura di R. Benassai, che ha permesso di conoscere meglio i reperti ceramici di IV e III secolo a.C.

La ripresa degli studi delle ceramiche di diversi contesti di Capua ha come scopo principale la ricostruzione unitaria delle dinamiche produttive del sito nelle sue diverse fasi cronologiche.

In particolare, tra le attività intraprese, sono state studiate le ceramiche di epoca ellenistica conservate nelle vetrine del Museo Provinciale Campano di Capua, con cui è stata avviata una collaborazione, con la finalità di ricostruire la varietà tipologica prodotta e attestata in zona.

Con lo stesso obiettivo, è stata inoltre avviata la revisione dei materiali provenienti da alcuni importanti contesti di età ellenistica dell'area (Albergo degli anziani, Alveo Marotta, Fondo Patturelli, Piazza Milbitz, Viale Kennedy, Curti - Immobildior, Curti - Proprietà Capitelli, Curti - Proprietà Perinelli, Casagiove - Necropoli), attualmente conservati presso i magazzini del Museo Archeologico dell'Antica Capua di S. Maria Capua Vetere.